In Toscana fanno il salario minimo, il governo lo blocca: “Contrasta la concorrenza”

Poteva essere l’inizio di qualcosa, invece è finita con un altro muro. La Toscana aveva provato a tutelare i lavoratori, ma è arrivato un secco “no” da Roma

Giorgia Meloni in Parlamento mentre parla ai deputati
In Toscana fanno il salario minimo, il governo lo blocca: “Contrasta la concorrenza” (AnsaFoto) – linxedizioni.it

Sembrava una possibile rivoluzione, un possibile passo avanti nelle condizioni di lavoro generali. Un piccolo passo ma una grande occasione per iniziare ad intavolare un discorso che in Italia servirebbe come il pane: quello del salario minimo.

Ci ha provato la Toscana, che ha approvato il 18 giugno 2025 un provvedimento che introduceva nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera un fattore che avrebbe premiato le aziende che applicano un salario minimo orario non inferiore a 9 euro lordi.

Sarebbe stato un gesto di civiltà, un momento nel quale finalmente ci si torna a preoccupare delle condizioni di chi lavora. E invece il Governo ha detto no, perché alcune disposizioni di questo provvedimento, “in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della concorrenza, violano l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione”.

Il “no” alla Toscana segue anche quello della legge regionale pugliese e di singoli comuni, da Bacoli a Napoli, che stavano provando a seguire la stessa direzione.

No al salario minimo, le reazioni dell’opposizione: “Hanno paura”

Inevitabili le reazioni infastidite a questa mossa del governo Meloni, soprattutto dall’opposizione: “Ancora una volta dimostrano di aver paura del salario minimo“, dice la segretaria del PD Elly Schlein. “Le famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese per gli stipendi bassi e le bollette alte, è scandaloso”.

Elly Schlein arrabbiata in Parlamento
No al salario minimo, le reazioni dell’opposizione: “Hanno paura” (AnsaFoto) – linxedizioni.it

Il PD sta facendo una battaglia politica di questo bisogno di salario minimo e quindi, dopo la decisione del governo, è arrivata anche la reazione di un drappello di parlamentari, da Bonafè a Furfaro, da Boldrini a Franceschelli: “Siamo francamente sconcertati da un governo che ormai è fuori dalla realtà e incapace di dare risposte alle necessità delle famiglie”

E anche sul tema della “concorrenza” battuto dalla destra c’è l’attacco frontale di Vincenzo Ceccarelli, capogruppo dem in Consiglio regionale: Se la concorrenza si deve fare sulla pelle dei lavoratori, siamo ben felici di aver promosso e approvato una legge che secondo il Governo viola le regole vigenti”, ha detto Ceccarelli.

Furioso anche Nicola Fratoianni di AVS, che accusa il governo di essere insensibile alle esigenze della popolazione: “Quando qualcuno vuole tutelare i più deboli, i lavoratori e le lavoratrici, a mettere i bastoni fra le ruote ci pensa il governo Meloni: una destra nemica della povera gente e di chi fatica ad andare avanti: è più forte di loro”, ha chiosato Fratoianni.

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